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Descrizione

beni culturali visibili di un paese costituiscono un prezioso patrimonio per i suoi abitanti. Caratterizzano il territorio, le sue radici e la sua continuità.
Appartengono a tutti: nativi del luogo, emigranti del passato e del presente, nuove generazioni. Sono riferimenti affettivi e si pongono come punto di partenza per ogni condivisione. E qualunque viaggiatore, qualunque nuovo arrivato vede in essi tratti distintivi del paese.
Sono ‘luoghi della memoria’ da salvaguardare e, se già scomparsi, di cui conservare il ricordo.

L’ala di piazza Cavour


In piazza Cavour spiccava l’ala pubblica. Era il luogo destinato al mercato e offriva riparo ai carri agricoli in caso di temporale, Ma era anche luogo di ritrovo, utilizzata per i concerti della banda e per svolgervi cerimonie durante le feste del paese.
Fu costruita nel 1667 e abbattuta nel 1969 non senza dispiacere per molti Nonesi.

Il "Tavolasso"

Pare che nelle stagioni il mondo si ripeta: nel 1854, durante i lavori per realizzare l’ultimo tratto di strada che portava alla stazione ferroviaria, era stata abbattuta un’altra antica ala: il ‘Tavolasso’.
Il Tavolasso pare sorgesse nei pressi della bealera del mulino verso la stazione. Era utilizzata per il gioco dell’archibugio ( antenato del fucile), una sorta di tiro a segno, eseguito da gruppi giovanili maschili e diffuso in Piemonte. La particolarità del gioco consisteva nel fatto che il bersaglio, almeno nei tempi più lontani, fosse costituito da un essere vivente, un ‘papagallo’, che probabilmente era un piccione…
Il gioco dell’archibugio a None era detto anche gioco del tavolasso, la documentazione scritta sulla sua pratica risale ai secoli XVIII e XIX.

Cascina Rubiano


Cascina Rubiano rappresentava la casa di una nota e autorevole famiglia nonese, che si diceva essere imparentata con Rosa Vercellana, la Bela Rusin, amante e poi moglie del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II.
I Rubiano possedevano infatti un quadro della Bela Rusin, che si dice fosse di valore e che custodivano proprio nella loro cascina.
Nel 1965 le signorine Rubiano offrirono un terreno, attiguo alla cascina, per costruire un nuovo asilo infantile, dedicato al padre Ernesto: è l’attuale scuola materna Rubiano, situata in piazza Cavour.
Nei primi anni novanta cascina Rubiano, lasciata in eredità al comune, fu demolita, non senza polemiche.
Sul luogo fu realizzata l’opera architettonica definita anfiteatro.

Il Mulino

In via Mulino fino agli anni ‘90, al posto dell’attuale condominio sito al numero 8, c’era il mulino Sola ( dal nome del proprietario).
Funzionò fino a ‘900 inoltrato sfruttando le acque della propria bealera, su un tratto della quale sorge oggi un parco giochi.
Pare che nel 1800 il mulino appartenesse al Conte Piossasco di None, da questi fu ceduto al Conte Adami Bergolo, che a sua volta lo vendette.
Nel 1885 al Comune di None si presentò l’occasione propizia di acquistare il mulino. E così avvenne. Tornò poi in mano di privati e vi restò fino al suo abbattimento.
Sul luogo oggi resta la vecchia ruota, simbolo solitario di un edificio della memoria.

Il viale dei platani

Il viale dei platani fu realizzato nel 1855, rientrava tra le opere d’accesso alla stazione ferroviaria. Nel corso del tempo ha subito diverse trasformazioni.
Il 2003 ha visto l’abbattimento dell’ultimo tratto di platani, ora sostituito da un vialetto di aceri, fra polemiche e dolore di molti Nonesi che vi erano affezionati…

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I luoghi della memoria


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